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niccolini programma progetti archivio |
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9 e 10 | 12 | un inferno | ore 21 | |||
un viaggio intorno all'inferno di dante alighieri | |||||
un progetto di | dario marconcini e massimo salvianti | ||||
scrittura scenica | dario marconcini | ||||
ottave del maggio | enrico pelosini | ||||
con il supporto di | giuliana colzi, andrea costagli, dimitri frosali, massimo salvianti, lucia socci | ||||
produzione | arca azzurra teatro | ||||
Data la loro storia l'appuntamento fra la compagnia del Maggio di Buti e l'Arca Azzurra era inevitabile. Li unisce quel legame profondo con la propria origine e la propria terra che sono il motivo ispiratore di tanti loro lavori.
Mentre a Buti questo legame è di natura archetipica e affonda le sue radici in radure mitiche lontane nel tempo e tramandate di generazione in generazione, così per i componenti dell'Arca Azzurra le storie, i racconti le vicende della terra dove operano sono state la linfa e il terreno con cui si sono formati e da cui sono partiti, per altri territori della mente anche in compagnia di quegli autori toscani Machiavelli, Boccaccio, Collodi che più corrispondono alle loro origini, grazie soprattutto alla scrittura esemplare sia drammaturgica che registica di un maestro come Ugo Chiti.
Dante e il suo Inferno sono l'occasione per questo incontro. Qui dei professionisti di teatro si confrontano con i canti della tradizione in ottava rima, lasciando che i due registri, i due stili si contrappongano, "suonino" la loro musica liberamente, anche in dissonanza tra loro. Quello che insieme assembliamo è una scrittura drammaturgica in fondo assolutamente semplice e lineare: una scelta di versi, diremmo meglio di personaggi danteschi interpretati dagli attori di Arca Azzurra, supportati da una narrazione popolare in ottava rima "cantata" dai Maggianti Butesi, che delle storie dantesche sia prologo e commento, elemento di passaggio tra i personaggi e le situazioni e supporto narrativo, anche se lontano da qualsiasi intenzione di parafrasi scolastica. Questo spazio di ricerca fa sorgere un campo di energie che sostiene e motiva questo incontro di discipline e linguaggi diversi. Ed ecco, aldilà dei pezzi famosi che sono nella memoria popolare ancora vivi, emergere in questa indagine frammenti di frasi, di domande, visioni, vertigini, schegge di rozzo e di sublime, "stridor di denti". Il nostro viaggio dentro l'Inferno ci piace pensarlo come il lavoro di un archeologo che al momento dello scavo trova anfore e vasi che immediatamente pulisce a fa risplendere dei colori originali, ma anche tanti cocci da rimettere insieme da far combaciare per dare loro una nuova compiutezza. Il linguaggio della poesia orale, l'ottava cantata, che è l'espressione alta del dialetto con il suo richiamo al tempo passato, alla memoria dei vecchi e perciò pregna di nostalgia, con pudore si confronta con quella grande poesia dell'eterno e del mistero che gli attori, in una pianura ferrosa attraversata da suoni, come invasi dai dannati, cercano di restituire in tutta la loro dolente realtà. (Dario Marconcini & Massimo Salvianti) |